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Sport e Studio : questo matrimonio non s’ha da fare

Questo matrimonio non s’ha da fare, celebre la frase di Don Abbondio ne “I Promessi Sposi” che riguardava, ovviamente Renzo e Lucia ma in questo caso l’argomento  che vado ad affrontare è tutt’altro; sembra che studio e sport debbano essere per forza in un rapporto di amore – odio. Più odio che amore oserei dire e non solo per gli atleti d’elite, gli atleti forti ma direi che questo riguarda un po’ tutti i ragazzi che si cimentano in una qualsiasi attività sportiva in età scolare.

Essere studente e atleta non viene visto come una risorsa ma piuttosto come una cosa superflua: lo studente deve studiare e basta. Il sistema cerca di aiutare in qualche modo, anche se in modo insufficiente a parer mio, incoraggiando i ragazzi a praticare attività extrascolastiche le quali sommano crediti (uno, per la cronaca) al totale di quelli ottenuti con le varie materie del normale curriculum scolastico. Ovviamente non sono qui a scrivere o a indicare che seguire uno sport è meglio che seguire un qualsiasi corso extrascolastico; no assolutamente, ognuno è libero di scegliere quello che più piace o che ispira di più.

Il problema è che il sistema scolastico, per come è concepito, non favorisce a pieno la continuità nel praticare uno sport, sia esso a livello professionistico che dilettantistico. Si porta avanti, e nemmeno tanto bene, maggiormente i programmi scolastici in quanto tali, riducendo la possibilità di approcci al di fuori dell’ambito della scuola. Questo non esula dallo studiare; studiare è molto importante ma la situazione odierna non concerne lo studio attuale con il praticare uno sport con dedizione. I principali fattori che influiscono negativamente sono il tempo e le tempistiche. A prescindere da quanti compiti vengono dati a scuola ( e sono abbastanza direi, oltre alla testardaggine di qualche docente ) è dura riuscire a studiare ed allenarsi, dopo aver passato la mattinata in aula, nel pomeriggio facendo tutte e le attività al meglio e con il massimo impegno.

Ovviamente io sto parlando di sport ma al posto suo ci potrebbe essere qualsiasi altra cosa, di qualsiasi altro ambito o genere; seguire un corso di lingua straniera oppure un corso, che so, di origami, un corso di recitazione. Tutto quello che racchiude l’intrattenimento e il tempo libero.

Un’ idea per facilitare la vita ai ragazzi che vogliono stare al passo con gli impegni scolastici e gli impegni sportivi potrebbe essere, da parte delle società sportive e/o da qualche ente di promozione sportiva e/o da qualche federazione, dare la possibilità di studiare e pranzare nel luogo dove vengono svolti gli allenamenti; mi spiego meglio.

L’idea sarebbe questa:

i ragazzi escono dopo una giornata (mezza giornata, quello che è) di impegno e studio da scuola ed invece di andare a casa pranzare, studiare e poi uscire di nuovo per andare ad allenarsi (nella stragrande maggioranza dei casi è così) i ragazzi potrebbero uscire da scuola e andare direttamente sull’impianto sportivo dove si allenano, pranzare come a casa e studiare in luogo adibito, senza distrazioni e magari (questa potrebbe essere un’aggiunta successiva) seguiti da una persona che gli aiuti li dove ci sia bisogno; tutto nell’impianto di allenamento, cosicché una volta finiti i compiti si possono allenare senza troppe perdite di tempo come il tempo necessario per gli spostamenti.

E’ vero che questa potrebbe essere soltanto una soluzione semplicistica, spiegata molto velocemente e potrebbe risultare riduttiva ma guardandola in ottica di investimento futuro per una società e/o per una disciplina sportiva, potrei fare una semplice domanda: quanti ragazzi cambiano o smettono uno sport perché non riescono a stare dietro allo studio, dando (ovviamente) priorità a quest’ultimo?

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