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Smart Working & Sport

In questo periodo che ci ha costretti a casa siamo stati inoltre che messi a dura prova anche a riscoprire cose che prima avevamo accantonato o tralasciato a causa della precedente routine che avevamo prima della quarantena.

Sul web si sono scoperti, o meglio ri-scoperti, strumenti e cose che prima davamo per scontate e che non venivano usate così assiduamente come in questo periodo.

Copertina di Millionaire di aprile 2020 dal quale è stato preso parte dell’articolo di riferimento

Abbiamo scoperto le video-chiamate, gli studenti hanno affrontato lezioni online insieme ad esami e discussioni di tesi. Abbiamo “scoperto” lo Smart Working. Direi più che lo abbiamo riscoperto, o almeno ri-capito.

Smart-Working, o tradotto alla lettera lavoro intelligente o come si diceva già dal 1969 “Telelavoro”. In Italia non ha fatto molta presa perché prevalentemente c’è una sorta di resistenza patologica al cambiamento e anche perché, come ci racconta Domenico De Masi nella sua intervista su Millionaire di aprile, i capi vogliono avere i sottoposti a portata di mano; se li vengono tolti il capo si sente depauperato.

L’intervista a Domenico De Masi, sociologo del lavoro, dal quale abbiamo preso spunto e alcune tracce inserite in questo articolo.

Vantaggi per chi lavora

Con lo Smart Working si risparmia molto tempo, ad esempio eliminando gli spostamenti casa-lavoro, e viene risparmiato di conseguenza denaro ed eliminate spese vive. Si lavora in autonomia, si lavora per risultati.

Aumento della produttività

Uno studio del 2015 dell’Università di Stanford ha rivelato che la produttività tra i dipendenti dell’agenzia di viaggi cinese Ctrip era aumentata del 13% con il telelavoro. In Italia si resta in ufficio almeno due ore in più al giorno oltre l’orario di lavoro; ore non retribuite. In Germania si stacca in genere dal lavoro alle 17.00 lavorando 1400 ore l’anno, contro le 1800 italiane, con una produttività maggiore del 22%.

Vantaggi per le aziende

Adottando il telelavoro (o smart working) si hanno meno costi. Eliminando l’ufficio , dice De Masi, ha risparmiato 10mila euro mensili. Si riducono anche le possibili conflittualità tra le persone. Si inducono i capi a organizzarsi per obiettivi promuovendo un bel passo in avanti.

Secondo i miei calcoli, se i manager e i quadri uscissero in orario si recupererebbero 300 mila posti. Perché oggi restando di più in ufficio, lavorando al posto di altri. Ed è un lavoro non pagato.

Domenico De Masi – Sociologo del lavoro

Dopo questa emergenza l’augurio è quello di aver imparato e continuare ad utilizzare tutti questi strumenti che siamo stati “costretti” ad utilizzare. Il futuro va verso quella direzione.

Un progetto di Smart Working è quindi un processo di cambiamento complesso che richiede di agire contemporaneamente su più leve e che deve partire da un’attenta considerazione degli obiettivi, delle priorità e delle peculiarità tecnologiche, culturali e manageriali dell’organizzazione. [Fonte – http://tiny.cc/ugx9nz]

E lo sport?

Se parliamo degli eventi sportivi molti processi di preparazione e di sviluppo possono, e potrebbero, essere assolti in smart working. Ogni evento sportivo ha bisogno di una preparazione per svolgersi, chiaro, ma non tutti i processi legati alla creazione dell’evento sono necessariamente da eseguire sul luogo delle competizioni. Oltre al discorso degli eventi c’è tutto quel mondo legato alla gestione di una società sportiva, dilettantistica o meno; anche qui il lavoro potrebbe essere organizzato in modo tale da accogliere anche il “telelavoro”.

Smart Working & Sport – La mia esperienza a Napoli

L’anno scorso ho lavorato nel comitato organizzatore delle Universiadi – Napoli 2019. Ho lavorato nel settore accrediti, un settore che tra le tante ha a che fare con i dati delle persone che partecipano all’evento; non si parla degli atleti ma anche degli addetti ai lavori, dei giornalisti, degli ospiti. E questa è solo una parte del lavoro, che ovviamente è molto più ampio.

foto pubblicata sul mio account instagram mentre sono a lavoro durante la fase preparatoria delle Universiadi – Napoli 2019

Uno dei compiti che avevo era quello di controllare la correttezza e la validità dei dati inseriti, come i documenti d’identità, foto personale e attestato universitario.

scorcio del nostro primo ufficio alla Mostra D’ Oltremare a Napoli

Un lavoro che facevamo in ufficio al computer su una piattaforma online all’interno della Mostra d’Oltremare. La parte di cui mi occupavo era quella inerente ai dati degli atleti, delle nazionali e dei direttori di gara. Ero in relazione con altri uffici e reparti che condividevano dati tra loro, in particolar modo con chi gestiva la parte sportiva dei dati, con il reparto che si occupava delle delegazioni e con chi si occupava della parte accommodation. Ovviamente questo discorso è molto semplificato, era molto più articolato il lavoro.

foto fatta a Grosseto durante i Campionati Europei Under 20 di atletica leggera nel 2017

Per cinque giorni  avemmo problemi con internet e dovemmo lavorare da casa, continuando a effettuare i controlli che facevamo in ufficio. Questo a sottolineare il modo di concepire lo smart working, anche se con orari ben diversi rispetto a quelli d’ufficio, più flessibili, ma concentrando il lavoro e rendendolo più efficiente.

Smart Working & Sport – lavoro di segreteria

Un altro esempio legato allo sport, ma non solo, è ad esempio la gestione della segreteria di una società sportiva, come la gestione dei dati dei tesserati e tutti quei dati inseriti in un database. Certamente per tutti quei processi legati alla comunicazione con altri “attori” della società sportiva ci vengono in aiuto le varie piattaforme per le conference-call.

Lavorare in Smart Working significa anche scegliere il posto dove poter svolgere il proprio lavoro, è che in questo periodo siamo costretti a rimanere nelle nostre case e lavorare da li.

Qui ero in Germania in campeggio e avevo la necessità di elaborare un video con il computer. A volte non puoi decidere dove lavorare ma lo Smart Working sicuramente allena la propria capacità di adattarsi.

Significa anche sapersi adattarsi alle necessità, come quella di poter utilizzare la connessione internet. Questa era la mia postazione di fortuna un giorno durante il quale non avevo connessione internet in casa e cercavo di lavorare con il mio portatile fuori dall’Università di Barcellona.

alla ricerca di una connessione fuori dall’Università di Barcellona

Conclusioni

I cambiamenti portati da questa situazione hanno modificato un po’ le nostre abitudini e il modo di concepire il lavoro. Dal mio modesto punto di vista sarà importante l’integrazione con lo smart working. Chiaramente alcuni lavori non potranno farlo per la loro natura, ma dove possibile l’integrazione sarebbe auspicabile, non sostituirla ma creando un equilibrio. Ovviamente le soluzioni e gli abbinamenti al lavoro classico legati e “intrecciati” con lo Smart Working sono molteplici, in questo articolo ho descritto solo alcuni esempi, magari verrà registrato uno o più podcast su questo tema.