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L’adventure Race: intervista doppia agli esperti.

Finite le ferie estive ripartono anche i nostri post, parlando di una disciplina particolare ed avvincente: L’adventure Race

L’idea di pubblicare un’intervista scritta è stata dettata dal creare un preambolo al nostro podcast in virtù dei prossimi imminenti impegni, come la competizione che avranno i nostri ospiti in Corsica

Abbiamo fatto 10 domande a due esperti di questo sport che sono impegnati da anni nella pratica e nello sviluppo della disciplina, cioè Emiliano Corona e Marco Colombo.

  • Chi è Emiliano nel mondo dello sport?

Emiliano ha 37 anni e da 30 pratica la corsa di orientamento, anche conosciuta come orienteering… Ho quindi cominciato giovanissimo (prima volta con la carta in mano in terza elementare) e da allora non ho più smesso, avendo avuto la fortuna (e anche la bravura, dai!) di far diventare questa mia grande passione un lavoro: sono stato infatti professionista nell’orienteering dal 2005 al 2016, inizialmente tesserato per il “Centro Sportivo Esercito” e dal 2010 per il “Gruppo Sportivo Forestale”. Attualmente sono invece rientrato alla società trentina che mi ha lanciato, il “Gruppo Sportivo Pavione di Imer” dove rivesto la carica di allenatore, istruttore e cartografo del team.

In generale amo tutti gli sport outdoor spaziando dalla corsa in montagna, al rogaining, alla MTB, all’arrampicata, allo sci nordico, alla canoa, … anche se il più grande amore rimane sempre l’orienteering grazie al quale ho conosciuto mia moglie, mi sono fatto un sacco di amici e ho viaggiato in tutta Europa…

 E poi beh, poi ho conosciuto il mondo delle Adventure race…

  • Ora che ti abbiamo conosciuto quali sono i prossimi obiettivi?

Quest’anno per i motivi che tutti conosciamo è stato un anno molto povero di gare: ho saltato i Campionati Europei di Rogaining sulle 24ore che avrei dovuto disputare con Andrea Villa (il socio livignasco con cui faccio le gare più toste…) in Lettonia, non ho potuto partecipare a nessuna delle prove del circuito mondiale di Adventure Race che avevamo nel mirino e non sono ancora riuscito a fare una gara nazionale di orienteering. I prossimi imminenti obiettivi saranno a settembre il “Corsica Raid Adventure” dove conto di fare tanta esperienza per il prossimo anno, mentre è in forse la mia partecipazione ai Campionati Italiani long che saranno 2 gg dopo la fine delle gare in Corsica. Se verrà organizzato qualcosa vorrei fare un rogaining internazionale a fine anno, giusto per non perdere l’abitudine a questo tipo di gare…

  • Cosa è “l’Adventure Race”?

Tradurla semplicemente come “gara avventura” sarebbe un po’ riduttivo… È soprattutto una sfida con te stesso: si arriva al limite fisico e mentale, non devi essere un campione in nessuna disciplina in particolare ma devi essere capace di fare tutto, devi saper reagire ed essere resiliente, devi essere coraggioso e fare cose che  non pensavi di poter fare, devi saper gestire la mancanza di riposo. Ma devi anche essere consapevole che sei in una squadra e quindi ragionare come tale: non si lascia indietro nessuno, se qualcuno è in difficoltà si cerca di aiutarlo, bisogna saper gestire le crisi (fisiche e di nervi), mettere insieme le idee per uscire dalle situazioni più difficili.

Corretto parlare di viaggio: come gli antichi esploratori con una mappa in mano si devono raggiungere diversi check points affrontando le più disparate sezioni sportive, ma assaporando allo stesso tempo paesaggi, usi e costumi e la popolazione locale.

  • Cosa ti ha spinto a scegliere una disciplina sportiva di questo tipo?

L’amore per l’outdoor in generale? Il desiderio di ampliare la gamma di sport e attività all’aria aperta che sono in grado di fare? Dopo tantissimi anni di sport individuale la voglia di gareggiare in team? O forse semplicemente la curiosità di scoprire i miei limiti e vedere se e come superarli…

  • Quanto è importante gareggiare e portare a termine competizioni di questo tipo in team?

Il fatto di correre in team ha dei bei vantaggi ma anche qualche grosso svantaggio… NON SEI SOLO e puoi quindi contare sulle abilità dei tuoi compagni, sulla loro attrezzatura e sul fatto che se sei in crisi ti daranno certamente una grossa mano… ma NON SEI SOLO, quindi il ritmo gara deve andare bene per tutti, ci possono essere momenti di disaccordo e di nervosismo, rischi di essere “una zavorra” per il team o potresti dover portare pesi “non tuoi” e tirare un tuo compagno…

Quando si riesce a finire una gara di questo tipo tutto il team ha certamente lavorato bene, non ci sono prime donne e campioni che risolvono tutti i problemi della squadra…

  • Siete prossimi ad una gara in Corsica, quali sono i vostri obiettivi?

Siamo un team molto variegato e che non ha mai corso assieme con le 4/5 componenti: io, Marco Ponteri, Marta Poretti, Telemaco Murgia e Federico Caldini abbiamo diversi livelli di esperienza e diverse competenze. L’obiettivo sarà per tutti quello di fare esperienza, ma di certo avremo più di un occhio puntato alla zona altissima della classifica perché vincere piace sempre a tutti…

  • Come è sviluppato e come si sta sviluppando l’adventure race in  Italia?

Se vogliamo parlare di uno sviluppo totale a livello nazionale direi che siamo solo agli inizi, anche se c’è qualche atleta che già da diversi anni frequenta con continuità questo mondo: parlo in particolare del “Team FreeMind” di Beppe Scotti che vanta già diverse partecipazioni a Campionati del Mondo e prove di Coppa del Mondo di Adventure Race essendo stato il precursore di questo sport a livello italiano. Ma da 2 anni a questa parte è nato anche il “Nirvana Adventure Team” che si è preso carico della diffusione del mondo AR, rogaining e mountain marathon in Italia: Marco Colombo e Mario Ruggiero sono alla carica del gruppetto di atleti che sta cercando di dare dignità e concretezza a questo mondo che comincia ad attirare su se stesso sempre più appassionati dell’outdoor.

Ora comincia ad esserci molto “fermento” anche nel nostro bel Paese…

Soli due mesi fa nasceva infatti il magazine online Adventure Race Italia Magazine (https://www.adventureraceitalia.it/) dove si possono trovare articoli dall’Italia e dal Mondo, consigli sui materiali, report di gare e allenamenti e iniziative per chi volesse muovere i primi passi in questo sport. Allo stesso tempo la FISO (Federazione Italiana Sport Orientamento) tramite un’apposita Commissione sta portando avanti un progetto con lo scopo di regolamentare e promuovere questo tipo di gare.

E  per finire grazie al report di 10 puntate messo in onda da Amazon sull’EcoChallenge 2019 stanno arrivando sempre più richieste da parte di atleti che vorrebbero avere più informazioni e possibilità di approcciarsi allo sport.

Insomma, un bel po’ di carne al fuoco…

  • All’interno di una gara di adventure race quali sono di solito le discipline?

Le discipline base sono la corsa/trekking, la MTB e il kayak, a cui si aggiungono quasi sempre sezioni di arrampicata o calate. Poi ogni gara è un mondo a se: si trovano sezioni di canyoning, nuoto, rafting, pattini in linea, coastering (corsa e nuoto lungo la costa), carrucole, piccole sezioni speleo, prove di tiro con l’arco…

Logicamente tutto accumunato dall’orienteering! Il percorso infatti (parliamo di gare che nella totalità vanno dai 40 ai 600 km anche in più giorni non stop…) non è segnato sul terreno, ma le squadre hanno una o più carte con le quali devono passare da diversi punti di controllo per raggiungere le diverse transizioni (dove si cambia specialità sportiva) fino ad arrivare al finish…

  • C’è una disciplina più importante di altre?

Come dicevo sopra bisogna essere più o meno bravi a fare tutto, anche se poi è ovvio che ci sarà chi è più portato per una disciplina e poi soffre di più in un’altra. Certamente è importante avere delle buone doti di resistenza e sicuramente bisogna avere almeno i rudimenti di orienteering per riuscire ad interpretare la mappa e capire dove bisogna andare! 😉

  1. L’inserimento delle discipline all’interno di una gara di adventure race è dettato da regole ben precise?

Direi che le discipline base sono trek, mtb e kayak e quelle ci sono sempre: ogni organizzatore può poi stabilire ordine e durata delle diverse sezioni che si possono alternare e ripetere nel corso di una gara. Tendenzialmente comunque le gare del circuito mondiale vengono vinte in 70-80 ore e viene stabilito un tempo massimo per concludere la prova che si aggira sulle 110-120 ore.

1) Chi è Marco nel mondo dello sport?

Ho praticato sport fin da piccolo avendo la possibilità di provarne vari, appassionandomi subito a quelli outdoor (corsa in montagna, kayak, arrampicata, snowboard).
Dopo qualche anno di gare ad alto livello nello snowboard sono passato al triathlon ed alle skyrace.

Casualmente ho scoperto l’orienteering e da allora non ho più smesso di praticarlo (vincendo diversi titoli regionali ed un titolo italiano).
Sono entrato a far parte del Nirvana Verde, una associazione sportiva che si occupa principalmente di orienteering ed arrampicata sportiva ma che ha sempre avuto una propensione alle attività outdoor.

Da più di 25 anni ne faccio parte e la passione non è mai scemata, anzi è cresciuta.
Ho iniziato a gareggiare nelle Adventure Race nei primi anni 2000, principalmente in Italia (con ottimi risultati, riuscendo a vincerne molte).
Due anni fa abbiamo creato il Nirvana Adventure Team, che attualmente è formato da 2 top team di punta (di cui facciamo parte anche io e Emiliano) e da altri team che stanno crescendo. Attualmente siamo i team più forti che ci sono in Italia ed il nostro obiettivo è quello di essere competitivi anche all’estero, dove siamo consci il livello essere alto.
Il nostro motto è: Never give up

2) Ora che ti abbiamo conosciuto quali sono i prossimi obiettivi?
Per ora sono concentrato sul Corsica Raid.
Per il futuro mi piacerebbe gareggiare in ogni parte del mondo e disputare almeno una gara delle World Series con un team competitivo.
Mi piacerebbe che le Adventure Race prendessero piede in Italia e quindi poter gareggiare nei posti più belli della nostra penisola che sono molti.

A livello organizzativo invece vorrei organizzare, insieme alla mia associazione sportiva, una AR di più giorni internazionale nei posti dove mi alleno, sul lago di Como. Il lago e le montagne che lo circondano sono l’ideale per regalare panorami mozzafiato, prove tecniche e varie.

3) Cosa è l’ Adventure Race?

Le Adventure Race sono gare di squadra multisport, in ambiente oudoor e in autosufficienza. Prevedono la “navigazione” su un percorso selvaggio alternando diverse discipline quali MTB, corsa o trekking, kayak, arrampicata ecc.
Non c’è assistenza esterna (se non in caso di problemi che però comporta il ritiro dalla gara), ne ristori. Il team deve essere autosufficiente per tutta la gara. Nelle gare più lunghe ci sono delle basi vita dove i team possono far portare materiale e cibo.

Le gare durano dalle 6 ore (per le più brevi ed in genere promozionali) a più giorni e possono essere lunghe fino a 600/700 km.
Generalmente sono no-stop, ossia una volta partiti si è autonomi nel decidere quando e dove fermarsi per riposare. Vince ovviamente chi arriva prima facendo tutto il percorso ( etrovando tutti i check point segnati sulla mappa).

4) Cosa ti ha spinto a scegliere una disciplina sportiva di questo tipo?

Non sono io ad aver scelto le gare multisport ma è l’estensione di quello che sono. Amo praticare gli sport outdoor e, anche grazie a dove vivo, è stato semplice avvicinarmi ed appassionarmi ad essi.

Quindi dedicarmi alle Adventure Race è stata una conseguenza naturale, un dare un senso a quello che mi piace fare.
In più il fatto che si gareggi in team mi affascina e mi permette di condividere esperienze ed emozioni con i miei compagni.

Non ultimo è un’ottima palestra di vita.

5) Quanto è importante gareggiare e portare a termine competizioni di questo tipo in team?

Il team è fondamentale ed è la cosa che più mi piace nelle Adventure Race.
E’ lo spirito che contraddistingue queste gare, l’affrontare insieme l’ignoto, la natura e prove “estreme” che probabilmente da solo non riusciresti a superare.
Devi fare affidamento, oltre che su te stesso, sugli altri componenti del team, aiutandosi per raggiungere il traguardo. In competizioni così dure prima o poi tutti vanno in crisi e tutti potrebbero avere problemi fisici o mentali.
Non hai aiuti esterni e puoi contare solo sul tuo team: da un lato devi saper “ascoltare” gli altri per capire quando hanno problemi e farti carico di aiutarli, dall’altro devi essere onesto e, se non stai bene o hai dei problemi devi dirlo e lasciarti aiutare.
E’ un pò la metafora della vita, solo che sei in condizioni estreme, e solo insieme è possibile andare avanti.

6) Siete prossimi ad una gara in Corsica, quali sono i vostri obiettivi?

Ci siamo preparati un anno per questa gara. Purtroppo un componente del team ha dato forfait un mese prima per problemi familiari ed abbiamo dovuto trovare un sostituto. Fortunatamente mi sono sempre allenato con un mio amico, anche lui appassionato di tutti gli sport outdoor, e quindi è stato naturale inserirlo nel team (anche se fino a qualche giorno fa non sapeva se aveva le ferie). Siamo molto affiatati ed omogenei ma non abbiamo mai gareggiato insieme in una gara così lunga ed impegnativa. Ognuno ha i suoi punti di forza (Francesco gli sport d’acqua, Flavio gli sport di montagna ed io l’orientamento) e tutti pratichiamo gli sport che ci attendono in Corsica.

Il nostro obiettivo sportivo è quello di competere con i top team e cercare di vincere. Quello umano è di condividere una avventura importante per consolidare la squadra in vista di una gara del circuito delle World Series, ed ovviamente di divertirci.

7) Come è sviluppato e come si sta sviluppando l’Adventure race in Italia?
Purtroppo in Italia il mondo delle AR è poco sviluppato. Ie prime gare risalgono ai inizi degli anni 2000 e negli anni sono stati organizzati diversi eventi/gare promozionali grazie alla volontà di singoli o gruppi che spesso, dopo qualche anno, hanno smesso di organizzare (per i più svariati motivi).
La società più attiva in Italia a livello organizzativo è quella del Nirvana Verde di Lecco, di cui faccio parte. Da oltre 30 anni organizziamo gare di orienteering e da 10 anni organizziamo 2 gare specifiche: il Nirvana Raid Adventure Race e il Nirvana Raid Trail in orientamento.

Però qualcosa sta cambiando; l’interesse sta aumentando e questo mi ha spinto (grazie anche al lockdown durante il quale ho passato più tempo davanti ad un pc) a creare “Adventure Race Italia Magazine”, un portale web dedicato alle Adventure Race e le gare avventura in generale che riporti notizie dal mondo e che aiuti a sviluppare un circuito di gare in Italia oltre che a mettere in contatto tutti gli appassionati.

Inoltre la FISO (Federazione Italiana Sport Orientamento) si sta interessando a questa tipologia di gare ed ha formato 2 commissioni per sviluppare il settore.

In ultimo Amazon Prime ha trasmesso quest’anno un filmato in 10 puntate in cui si racconta il “World’s Toughest Race: Eco-Challenge Fiji” che è stato visto da un vasto pubblico suscitando interesse.

8) All’interno di una gara di adventure race quali sono di solito le discipline?
Le discipline principali che troviamo sempre nelle AR sono corsa/trekking, MTB, Kayak, manovre con le corde e Orienteering (la gara è tutta in orientamento).
Poi a seconda della gara e del luogo in cui si svolge vengono aggiunti altri sport quali canyoning, arrampicata, nuoto ecc. Ovviamente tutti sport “Eco”

9) C’è una disciplina più importante di altre?
Premesso che bisogna saper fare un po tutto, a mio avviso la disciplina più importante è l’orienteering. Le gare si svolgono in ambienti selvaggi dove spesso non si seguono i sentieri o le strade. Va da sé che risulta fondamentale sapersi orientare bene per evitare di perdere molto tempo in scelte di percorso sbagliate o peggio, di sbagliare strada perdendosi.

10) L’inserimento delle discipline all’interno di una gara di adventure race è dettato da regole ben precise?

Ci sono discipline inserite secondo una certa obbligatorietà?
Le discipline obbligatorie in una AR sono corsa/trekking, MTB, Kayak e orientamento. Poi a seconda delle opportunità che offre il territorio si possono inserire altri sport.

Ad esempio per l’Eco-challenge Fiji predominava l’acqua per cui i team hanno fatto Rafting, Sup, hanno usato imbarcazioni tipiche per la navigazione sui fiumi fatte di bambù (che si sono costruite) e le barche tradizionali (delle specie di canoe con la vela e le pagaie) e nuoto.
In Corsica abbiamo sia il mare che le montagne fino a quasi 3000 metri ed i team dovranno cimentarsi in nuoto, kayak, running/trekking, MTB, canyoning, costering, manovre di corda (calata in doppia, carrucole, salite con ascensori, ferrate ecc) tutto in orientamento.

11) C’è una disciplina in particolare sulla quale voi puntate in Corsica?
Il nostro punto di forza è sicuramente l’orientamento. Da più di 25 anni che gareggiamo in questa specialità e ci sentiamo sicuri.
Altro punto a nostro favore è il fatto che siamo ad un buon livello in tutte le discipline che dovremo affrontare e quindi puntiamo ad essere costanti e mantenere un buon ritmo per tutta la gara.

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