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Olimpiadi di Tokyo 2020 – brevi riflessioni qua e la

Alla fine sono terminate anche queste Olimpiadi, Tokyo 2020, 2021 va beh quelle che sono. Sono state le Olimpiadi che hanno tracciato una linea tra quello che era un vecchio modo di pensare e di concepire lo sport con il nuovo, il passaggio di testimone per i giochi olimpici del futuro. 

In questa edizione abbiamo visto infrangere il record di medaglie della Nazionale Italiana, che ha raggiunto il totale di 40; 10 d’oro, 10 d’argento e 20 di bronzo.

E’ stata l’edizione dell’Italia, la maggior parte di medaglie d’oro provenienti dall’atletica leggera, 5 medaglie storiche, un’edizione che ci ha visto più volte davanti alla Gran Bretagna.

Si Gran Bretagna e non Inghilterra, perché alle Olimpiadi gli inglesi competono insieme agli altri “britannici”, una cosa che non è da banalizzare anche se i vari post e i meme creati e pubblicati sul web che rimandano alla finale degli Europei di Calcio ( vinti dall’Italia contro l’Inghilterra,ndr), ci hanno fatto ridere, ma non sarebbero corretti.

Questo un argomento che da appassionato di bandiere e geografia mi ha fatto pensare e discutere a volte. 

Per prendere un esempio su tutti, legato a queste Olimpiadi, nella finale dei 100 metri che ha visto trionfare il “nostro” Marcel Jacobs ha visto un atleta squalificato per partenza falsa, il britannico Zharnel Hughes. Britannico si, non inglese come hanno scritto varie testate giornalistiche, perché questo atleta è cittadino anguillano, cioè originario di Anguilla.

L’isola di Anguilla

Anguilla è un’isola situata nel mar dei Caraibi dell’arcipelago delle Piccole Antille, ma che è parte della Gran Bretagna, ma per le testate giornalistiche è più facile chiamarla Inghilterra e generalizzare che dare notizie più specifiche. Provate a definire un Gallese o uno Scozzese come “inglese” poi vediamo cosa vi dice.

Articolo originale – https://www.adnkronos.com/tokyo-2020-jacobs-in-finale-nei-100-metri-col-record-europeo_6q9ta6ryWknV3GaK4JLJWR

Poi che si sia ironizzato anche sullo stato d’animo dei reali inglesi allora quello è corretto perché comunque non sono solo regnanti d’Inghilterra ma di tutto il Regno Unito. Questo argomento potrei trattarlo separatamente in futuro, perché no.

Un record per l’Italia inimmaginabile

Quaranta medaglie dicevamo, uno storico traguardo che mi ha fatto emozionare. Oltre alle 5 d’oro dell’atletica ci sono stati molti altri allori, altre prime medaglie d’oro.

In totale 10 ori, 10 argenti e 20 bronzi ha incasellato nel medagliere la nazionale italiana battendo lo storico record di medaglie totali di Roma 1960 e Los Angeles 1932 (36 medaglie). L’atletica è stato lo sport che si ha portato più medaglie d’oro rispetto alle altre discipline, ma soprattutto medaglie in discipline storiche, due delle quali sotto il dominio prettamente statunitense e jamaicano. Infatti da appassionati d’atletica si spera sempre di vedere un atleta della propria nazionale arrivare in finale dei 100 metri ma in passato sapevamo già che questo sarebbe stato un miraggio; come tutti sappiamo questa volta è accaduto davvero, finale e vittoria della gara di Marcel Jacobs. Infatti il giorno dopo scrissi un articolo, anche un po’ a caldo, a riguardo.

Alla fine a parte la scherma, gli sport individuali sono andati molto bene, tanto che la nazionale ha i riflettori puntati, peggio sono stati gli sport di squadra. 

Una cosa che ho notato, almeno per quanto riguarda l’atletica, soprattutto dopo il doppio oro di Tamberi e Jacobs, che comunque c’è stato un cambio di atteggiamento rispetto a manifestazioni passate: l’atteggiamento del “tutto è possibile, andiamo in gara e diamo il massimo poi si vedrà, può succedere di tutto”, ma la destinazione è la medaglia d’oro.

Questo cambio d’atteggiamento, opinione personale, ha fatto bene a tutto l’ambiente, anche a chi non è riuscito a raggiungere obiettivi preposti. Mi riferisco a Filippo Tortu, ovviamente visto da casa, da spettatore, quindi ignaro delle dinamiche interne che sono accadute. Un ragazzo che ci ha portato sul tetto del mondo con la 4×100 battendo la Gran Bretagna per un solo centesimo; questo avrebbe potuto far vacillare chiunque prima della gara, soprattutto dopo la sua semifinale non superata, nella quale ha concluso con un tempo lontano dai suoi standard. Dopo la vittoria della staffetta, soprattutto nel recupero finale si è visto che l’atteggiamento ha lavorato nella direzione giusta.

La competizione e la rivalità tra atleti della stessa nazionale ci sta, è plausibile, comunque sempre di sport individuale si tratta, ma rimane in gara, altrimenti portandosela dietro con gli atteggiamenti, le eventuali delusioni relative farebbe sgretolare tutto quello di positivo che è stato costruito fino a quel punto. Infatti l’atteggiamento e la forza di questo ragazzo ci ha tenuti incollati alla tv fino alla fine facendoci urlare di gioia, come nelle migliori apprensioni sportive. Ovviamente sono stati fantastici tutti e quattro.

A proposito di tv

Queste Olimpiadi, ma già dai Giochi Olimpici invernali di Corea (e non solo), ci hanno mostrato che siamo in una vera e propria rivoluzione della tv, ma questo lo sapevamo già. Queste Olimpiadi ci hanno mostrato molto altro in verità: chi sta cavalcando l’onda di questa rivoluzione e chi no.

Come era stato annunciato la copertura totale delle competizioni l’aveva acquisita Discovery Inc. che ha trasmesso tutti i Giochi Olimpici in streaming tramite Discovery Plus. Anche su Eurosport Player (o comunque su i due canali Eurosport 1 e Eurosport 2) è stato possibile collegarsi e vedere le gare in diretta; questo perché anche Eurosport è di proprietà di Discovery Inc. Oppure anche tramite DAZN su i canali 1 e 2 di Eurosport perché c’è un accordo di trasmissione tra le parti.

L’unica che non ha potuto trasmettere via streaming è stata la Rai che ha trasmesso solo sul canale Rai 2, qualche volta in diretta, qualche volta in differita condito tutto da interruzioni a caso di telegiornali o pubblicità, interruzioni o cambio di sport non studiate a tavolino, ma andate in onda quasi a caso: uno dei casi eclatanti è stato il cambio di collegamento durante la partita di pallavolo maschile Italia – Canada alla fine del secondo set con la nazionale canadese in vantaggio per 2 set a zero a favore del canottaggio. Per la cronaca l’Italia ha vinto 3 a 2.

Schermata che veniva mostrata accedendo da Rai Play

Purtroppo questo non è stato un caso isolato, un po’ tutte e due le settimane di competizioni hanno avuto questo andamento. Stesso andamento ha avuto la radio, si perchè su Radio 1 Rai sono andate in onda “Tutte le Olimpiadi minuto per minuto” e per certi versi (gusto personale) hanno suscitato maggiori emozioni della trasmissione video, ma anche in questo caso ci sono state delle pecche. Tralasciando le interruzioni, andando in parallelo con il canale video, anche se sono state meno nette e improvvise, purtroppo le Olimpiadi su Radio 1 era possibile ascoltarle solo in FM, cioè tramite una radio tradizionale e assolutamente impossibile tramite la app di RaiRadioPlay, sorella di RaiPlay (come abbiamo visto precedentemente non era possibile guardare i giochi olimpici su tale piattaforma), infatti durante i giochi andava in onda la musica.

Ovviamente un argomento del genere andrebbe approfondito e trattato in un post a parte, ma le domande vengono spontanee, soprattutto una: perchè non acquisire anche i diritti streaming? Si certo Discovery plus ha acquisito la totalità dei diritti però ci sono delle contrattazioni prima di aggiudicarseli, non solo, anche successivamente si possono comunque trovare degli accordi; l’unica attenuante può’ essere legata a questi ultimi e che non siano stati troppo vantaggiosi come accordi. Questo per quanto riguarda la trasmissione streaming video, ma la radio? Perché no? Magari nei diritti streaming video sono compresi anche quelli radio, ma l’utente medio, quale potrei essere anche io, molte dinamiche non le sa e molte di queste decisioni possono essere interpretate come mancanza di visione o lungimiranza che portano a malcontento e in vari casi a fare abbonamenti e a spostare l’utenza su altre piattaforme.

Analizzeremo in futuro anche questo aspetto.

Un’ Olimpiade storica, non solo per l’Italia

Come tutti sappiamo l’Italia ha raggiunto un traguardo storico, quello delle 40 medaglie totali nel medagliere olimpico, ma nella penisola non è la sola ad aver fatto la storia, un altro paese ha ribaltato i pronostici e fatto qualcosa di incredibile.

Anche se come è risaputo abbia una simpatia e ammirazione per questo paese, San Marino ha dato spettacolo entrando di diritto nella storia: ha conquistato le sue prime tre medaglie, è stata la prima volta nella storia che ha vinto almeno una medaglia, in questo caso tre.

Due medaglie medaglie dal trap (femminile e misto) e una dalla lotta libera 86 kg.

Ma andiamo con ordine.

La prima medaglia, quella di Alessandra Perilli nel trap femminile, è stata la prima storica per San Marino. La tiratrice sammarinese, insieme con Gian Marco Berti hanno conquistato l’argento nel trap misto. A corollare la spedizione Myles Amine ha vinto la medaglia, anche lui, di bronzo nella lotta libera 86kg nella finale per il terzo e quarto posto.

Sono state emozioni uniche che speriamo di poter rivivere anche in futuro e chissà che nella prossima edizione non arrivi anche la prima medaglia d’oro.

Sono state Olimpiadi un po’ anomale come tutti noi sappiamo e rimarranno nella storia. Questo post è stato un insieme di riflessioni ma sicuramente ne seguiranno altre come le incredibili storie che hanno caratterizzato i giochi olimpici di Tokyo. Sicuramente integrerò o comunque registrerò una serie di podcast a riguardo.